Secondo recenti statistiche, il 68% delle esperienze online inizia con una ricerca su Google, e le aziende che si posizionano nelle prime tre posizioni ottengono il 75% dei clic totali.
Questo rende fondamentale evitare errori che possano compromettere la visibilità online.
Molte aziende si trovano a commettere passi falsi che non solo riducono il traffico organico ma limitano anche il potenziale di crescita.
In questo articolo, esamineremo 10 errori SEO comuni, spiegando come evitarli per sfruttare al massimo le opportunità offerte dal web. Ogni errore è accompagnato da consigli pratici per aiutarti a migliorare la tua strategia.
Indice dei contenuti
1. Ignorare la ricerca delle parole chiave
Quando si sviluppa un sito web o una strategia per ottenere visibilità dai motori di ricerca, si parte purtroppo senza considerare cosa cercano i potenziali clienti.
La mancanza di una ricerca strategica delle parole chiave è il primo fattore penalizzante quando si parla di SEO.
Esempio pratico: Un negozio di arredamento che si concentra su termini generici come “mobili” potrebbe perdere opportunità rispetto a keyword più specifiche come “arredamento moderno per piccoli spazi”.
Soluzione: Utilizza strumenti SEO come Google Keyword Planner o SEMrush per identificare le parole chiave pertinenti al tuo settore e ai tuoi clienti.
2. Contenuti di bassa qualità
Pubblicare contenuti superficiali o poco utili danneggia la credibilità e il posizionamento nei motori di ricerca.
Google premia l’autorità e la rilevanza, penalizzando quei contenuti che considera spazzatura.
Esempio pratico: Un blog su “come scegliere un commercialista” che si limita a poche righe di consigli generici non attirerà l’attenzione dei lettori.
Soluzione: Scrivi contenuti dettagliati e utili che risolvano problemi specifici dei tuoi clienti.
3. Trascurare l’ottimizzazione mobile
Con oltre il 60% del traffico proveniente da dispositivi mobili, un sito non ottimizzato per smartphone e tablet può far perdere clienti preziosi. In alcuni molti settori i siti non ottimizzati vengono penalizzati.
Esempio pratico: Un ristorante con un sito lento e difficilmente navigabile su smartphone perderà prenotazioni a favore della concorrenza.
Soluzione: Verifica la responsività del tuo sito e utilizza Google PageSpeed Insight per assicurarti che funzioni su tutti i dispositivi.
4. Keyword stuffing
Riempire le pagine con troppe parole chiave non solo appare innaturale, ma può anche portare a penalizzazioni da parte di Google. È importante scegliere con cura quali keyword (termini di ricerca) utilizzare per ogni pagina, limitandone l’uso.
Esempio pratico: Una descrizione prodotto che ripete “gomme invernali economiche” in ogni frase rischia di alienare i lettori e compromettere la SEO.
Soluzione: Usa le parole chiave in modo naturale, inserendole nei titoli, nei sottotitoli e nei testi solo quando rilevanti.
5. Link building di bassa qualità
L’attività di link building, consiste nell’ottenere link da altri siti, cioè collegamenti che puntano al nostro sito web.
È una sorta di passa parola che se fatta correttamente, può portare a significativi incrementi di visibilità all’interno dei vari motori di ricerca.
Acquistare link o creare collegamenti da siti non affidabili può danneggiare il posizionamento.
Esempio pratico: Una PMI che ottiene link da directory non pertinenti rischia di perdere credibilità agli occhi di Google.
Soluzione: Punta su link naturali provenienti da fonti autorevoli, come collaborazioni con blog di settore o testate giornalistiche.
6. Non monitorare i risultati
L’attività SEO, non è un’attività una tantum, richiede costanza e monitoraggio, per comprendere come sta andando e come poterla migliorare.
Molte aziende non misurano le performance SEO, perdendo l’opportunità di correggere la rotta.
Esempio pratico: Un e-commerce che ignora i dati di Google Analytics potrebbe non accorgersi di un calo di traffico causato da errori tecnici.
Soluzione: Utilizza strumenti SEO e di analisi come Google Analytics e Search Console per monitorare costantemente il traffico e le parole chiave.
7. Velocità del sito lenta
Un sito lento non solo frustra gli utenti, ma influisce negativamente anche sul posizionamento.
Esempio pratico: Un sito che impiega più di 3 secondi a caricarsi è abbandonato da circa il 50% degli utenti.
Soluzione: Ottimizza le immagini, riduci i file JavaScript e utilizza un hosting performante.
8. Contenuti duplicati
Per Google non esiste nulla di peggio dei contenuti duplicati. Questo comporta che ogni volta che Google ritiene che esista un contenuto che è stato copiato e incollato, quest’ultimo verrà penalizzato, arrivando anche a penalizzare, nei casi peggiori, anche il dominio principale.
Esempio pratico: Copiare le descrizioni dei prodotti da un fornitore può abbassare il posizionamento del tuo e-commerce.
Soluzione: Crea testi originali per ogni pagina e utilizza strumenti come Copyscape per individuare contenuti duplicati.
9. Sottovalutare l’importanza dei meta tag
Google non da molto peso a cosa viene scritto nei titoli e descrizioni, ma l’utente sì.
Quando Google vede che l’utente non clicca su un risultato, quel risultato viene penalizzato, è importante quindi che i tag Title e Description vengano compilati bene per migliorare la percentuale di clic (CTR) e la visibilità.
Esempio pratico: Un titolo generico come “Pagina 1” non dirà nulla ai motori di ricerca né agli utenti.
Soluzione: Ottimizza i meta tag includendo parole chiave e un messaggio accattivante.
10. Assenza di una strategia locale
Per le PMI che servono un’area geografica specifica, non sfruttare la SEO locale è un errore.
Esempio pratico: Un idraulico che non ottimizza il profilo Google Business Profile perderà clienti locali.
Soluzione: Cura il profilo Google Business Profile e utilizza parole chiave locali per attirare clienti nella tua zona.
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