La scelta della struttura del dominio che può sembrare una banalità, è in realtà un aspetto cruciale, specialmente per le aziende che operano su scala internazionale.
La decisione tra ccTLD (country code Top-Level Domain), gTLD (generic Top-Level Domain), sottodomini e sottodirectory può avere un impatto significativo sulla visibilità di un sito nei risultati di ricerca di Google in diversi mercati.
Tramite questo articolo andremo a vedere le varie opzioni e come queste influenzino il posizionamento SEO internazionale.
ccTLD: ottimizzazione per specifici mercati nazionali
I ccTLD, come .fr per la Francia o .de per la Germania, sono spesso utilizzati dalle aziende per indirizzare specificamente gli utenti in particolari paesi.
Utilizzare un ccTLD può segnalare a Google e agli utenti che il sito è più rilevante e specifico per una determinata area geografica, potenzialmente aumentando la visibilità nelle ricerche locali.
Tuttavia, gestire più ccTLD può risultare costoso e complesso, richiedendo una solida infrastruttura e risorse dedicate per ciascuna versione nazionale del sito.
gTLD e flessibilità SEO
I gTLD, come .com o .org, non sono specifici di un paese e offrono una maggiore flessibilità. Sono ideali per le aziende che desiderano mantenere un approccio globale senza focalizzarsi su un singolo mercato nazionale.
Ma senza un chiaro targeting geografico, può essere più difficile classificarsi in cime alle SERP in specifici paesi.
Sottodomini e sottodirectory: compromessi strategici
L’uso di sottodomini (es. it.example.com) o sottodirectory (es. example.com/it/) è una strategia popolare che combina elementi dei ccTLD e dei gTLD.
Le sottodirectory sono particolarmente vantaggiose per mantenere la consistenza del dominio principale mentre si segmentano i contenuti per regione o lingua, facilitando la gestione SEO senza la necessità di più domini.
D’altra parte, i sottodomini possono essere visti come entità separate da Google, il che può richiedere sforzi SEO addizionali per costruire la loro autorità.
L’impatto delle strutture dei domini
Nel panorama della SEO internazionale, comprendere come diverse strutture di dominio influenzino le SERP (Search Engine Results Pages – Pagine dei risultati di ricerca) in vari mercati è fondamentale per sviluppare strategie efficaci.
Tramite un’analisi delle performance di mercato effettuata recentemente, mostra che la scelta tra ccTLD, gTLD, sottodomini e sottodirectory può avere un impatto significativo sulle posizioni di un sito nei risultati di ricerca locali.
Ecco una disamina più approfondita delle tendenze osservate e dei loro potenziali impatti sul SEO.
Tendenze regionali nell’uso dei ccTLD
In molti paesi europei, l’uso di ccTLD (country code Top-Level Domains) è prevalente e spesso correlato a un miglior ranking nelle SERP locali. Questo fenomeno è particolarmente evidente in paesi come Germania (.de), Francia (.fr) e Italia (.it), dove i motori di ricerca tendono a favorire i siti web che utilizzano il dominio nazionale.
Questo può essere attribuito al chiaro segnale geografico che un ccTLD invia ai motori di ricerca, indicando che il contenuto è specificamente ottimizzato e rilevante per quel mercato locale.
Mercati multilingue
Nei mercati multilingue invece la situazione si complica. Prendiamo ad esempio la Svizzera, un paese con quattro lingue ufficiali. Qui, l’uso dei sottodomini per segmentare il contenuto linguistico (ad esempio, de.example.ch, fr.example.ch, it.example.ch) è una pratica comune e spesso risultante in un posizionamento più efficace nelle ricerche specifiche per lingua.
Questo approccio consente di targetizzare specifici gruppi linguistici mantenendo allo stesso tempo un’unica identità di marca sotto un dominio principale, facilitando la gestione del SEO su più fronti linguistici.
Gli effetti dei gTLD in contesti globali
Mentre i ccTLD sono preferiti per il targeting locale, i gTLD (generic Top-Level Domains) come .com o .org sono spesso utilizzati da aziende con un focus più internazionale.
Questi domini non forniscono specifici segnali geografici, il che li rende meno ideali per il targeting di mercato locale ma ottimi per mantenere una presenza globale uniforme. Tuttavia, per le aziende che operano in diversi mercati linguistici o geografici, l’integrazione di sottodirectory linguistiche o geografiche (es. example.com/de per la Germania) può aiutare a localizzare il contenuto senza la necessità di acquistare e gestire più ccTLD.
SEO e localizzazione dei contenuti
Nella costruzione di una presenza online a livello globale, oltre alla scelta del dominio, la localizzazione dei contenuti emerge come una componente determinante per l’efficacia della SEO internazionale.
Il primo aspetto che riguarda la localizzazione è la traduzione dei contenuti.
Tradurre i contenuti non significa semplicemente convertire parole da una lingua all’altra. È essenziale che la traduzione mantenga la stessa intenzione, stile e tono dell’originale, garantendo al tempo stesso che sia culturalmente e linguisticamente appropriata per il pubblico di destinazione.
Gli strumenti di traduzione automatica possono servire come punto di partenza, ma è fondamentale che traduttori umani, preferibilmente madrelingua, revisionino tutto il materiale per assicurare precisione e naturalezza.
Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali che possono influenzare la percezione del tuo brand e dei tuoi prodotti. Ad esempio, colori, immagini, esempi, e metafore possono essere percepiti in modi molto diversi a seconda delle culture. Pertanto, è vitale adattare questi elementi per evitare malintesi o offendere il pubblico locale. Questo può includere la modifica delle immagini in primo piano nei contenuti visivi o la rielaborazione di campagne pubblicitarie per rispecchiare meglio le norme e i valori locali.
Ricerche locali
Per ottimizzare la visibilità in specifici mercati, è importante includere parole chiave localizzate che rispecchiano come il pubblico locale ricerca prodotti o servizi simili al tuo.
Questo implica una ricerca di parole chiave specifica per ogni mercato, considerando non solo le traduzioni dirette, ma anche i termini e le espressioni colloquiali utilizzati quotidianamente.
Strumenti come Google Keyword Planner e SEMrush offrono funzionalità che possono aiutare a identificare queste parole chiave locali efficacemente.
Migliori pratiche per la SEO Internazionale
Per le aziende che si affacciano sui mercati internazionali, è essenziale sviluppare una strategia SEO che tenga conto delle specificità di ciascun mercato:
- Utilizzo di hreflang tag: Questi tag aiutano Google a comprendere la lingua e la regione geografica per cui sono destinati specifici contenuti, migliorando il targeting SEO.
- Ottimizzazione mobile: Con l’aumento dell’uso di dispositivi mobili globalmente, garantire che il sito sia mobile-friendly è fondamentale.
- Velocità del sito: Un sito veloce migliora l’esperienza utente e favorisce una migliore posizione nelle SERP.
Considerazioni strategiche
La scelta della struttura del dominio dovrebbe quindi essere influenzata non solo da considerazioni SEO, ma anche da obiettivi di business, risorse disponibili e specificità del mercato.
Ad esempio, mentre i ccTLD possono essere molto efficaci per mercati specifici, possono richiedere investimenti significativi in termini di gestione di più siti web. D’altra parte, un gTLD con sottodirectory ben organizzate può essere una soluzione più economica e gestibile per le aziende con una vasta gamma di mercati target.